Difficolta’ scolastiche, disturbo specifico di apprendimento, dislessia…quali differenze?

Spesso si sente parlare di difficoltà scolastiche, di disturbo specifico di apprendimento e di dislessia in maniera indifferenziata; in realtà questi termini non hanno lo stesso significato!

Anzi dovrebbero essere utilizzati nel modo più appropriato per non creare confusione.

Con il termine Disturbo Specifico di Apprendimento s’intende un deficit che ha origine neurobiologica e quindi non è dovuto a fattori ambientali come la scarsa istruzione, le difficoltà emotive o relazionali.

Specifico significa che interessa uno specifico dominio di abilità come ad esempio la lettura, la scrittura e il calcolo, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

Apprendimento significa che i bambini con DSA fanno fatica ad apprendere e ad automatizzare gli apprendimenti scolastici di base.

I Disturbi Specifici di Apprendimento sono:

  • Dislessia: disturbo di lettura.
  • Disgrafia: disturbo di scrittura che interessa abilità grafo-motorie e quindi riguarda principalmente la qualità ed il tratto della scrittura.
  • Disortografia: disturbo di scrittura che riguarda la competenza ortografica e, quindi, la presenza di errori di varia natura.
  • Discalculia: disturbo del calcolo e delle abilità numeriche di base.

Spesso esiste una comorbilità tra questi disturbi: ciò significa che un bambino può avere più di un disturbo dell’apprendimento contemporaneamente ad es. un disturbo di lettura associato ad un disturbo di scrittura.

Questi disturbi si caratterizzano per la loro permanenza nell’arco di tutta la vita dell’individuo.

Con il termine difficoltà scolastiche si intendono tutte le difficoltà non specifiche negli apprendimenti strumentali (lettura, scrittura e calcolo) che si contraddistinguono per un basso rendimento scolastico e che, spesso, sono transitorie.

I fattori che possono determinare le difficoltà scolastiche sono:

  • ambiente socialmente svantaggiato
  • scarsa qualità od esposizione dell’insegnamento scolastico
  • clima familiare non sereno
  • fattori emotivo-sociali del bambino

Le difficoltà scolastiche sono, quindi, una condizione non patologica e non innata che soddisfa i criteri clinici per il disturbo, modificabili con adeguati interventi.

Se è molto probabile che un bambino con un disturbo specifico di apprendimento abbia anche difficoltà scolastiche, non è necessariamente vero il contrario!

PERCHE’ E’ IMPORTANTE DISTINGUERE LA DIFFICOLTA’ DAL DISTURBO?

Distinguere le due condizioni è di fondamentale importanza per il tipo di attenzioni, strategie e trattamenti da mettere in atto con i bambini sia in ambito scolastico sia in quello familiare.

Un bambino/alunno con dislessia non può leggere più correttamente se lo si incoraggia a fare più attenzione o facendolo leggere più e più volte; allo stesso modo in cui una persona miope non può vedere nitidamente un piccolo oggetto lontano “sforzandosi” ma può farlo solo indossando gli occhiali.

E’ compito dello psicologo specializzato compiere un’adeguata valutazione diagnostica per capire se si tratti di difficoltà o di disturbo affinché si possa costruire un programma di potenziamento molto specifico e personalizzato, rispetto alla classe frequentata, in cui verranno attivate strategie compensative e strumenti per un metodo di studio efficace.